Famiglia

L’intolleranza non abita qui

Le insegnanti dell’asilo che avrebbe rifiutato la maestra con il velo, accettano un incontro pubblico. Ecco com’è andata.

di Redazione

“Ivrea: scuola materna negata alla maestra con il velo?. Questo il titolo della Stampa in prima pagina il 23 marzo scorso. Più o meno dello stesso tenore i richiami di Repubblica, del Corriere della sera e degli altri più venduti quotidiani nazionali. I fatti, almeno come li raccontavano i giornali, non lasciavano adito a dubbi: Miriam Meli e Cristina Ferrari, direttrici dell?asilo nido privato Miele & Cri Cri si erano opposte all?arrivo dell?educatrice marocchina di fede musulmana Fatima Mouayche. La sua colpa? Non essere disposta a togliersi il velo durante le ore di servizio contravvenendo così alle regole della scuola. Accesa la scintilla, è esploso l?incendio: in un batter di ciglio Ivrea si è trasformata nel cuore dell?intolleranza anti islamica. Sentenza pesante, forse anche giustificata, ma solo se le cose fossero andate come sono state raccontate. Purtroppo però non è così. L?incontro tenutosi presso la Casa delle culture di Ivrea sabato 3 aprile è stata l?occasione per fare chiarezza. Presenti: rappresentanti della comunità marocchina (la mediatrice Souad Benkhdim e il professor Abdellah Abou Anas, portavoce dell?Organizzazione islamica del mondo arabo e europeo), il vescovo monsignor Arrigo Miglio, Armando Michelezza, presidente della Consulta degli immigrati e, fra il pubblico (circa un centinaio di persone), le due direttrici dell?asilo incriminato (“siamo qui per sentire le ragioni degli altri, si è trattato di un equivoco, vogliamo solo chiarire, senza incomprensioni”). Assenti: Fatima, ancora troppo scossa per affrontare un incontro pubblico e, con l?esclusione di Vita, tutte le altre testate giornalistiche nazionali. Un peccato, perché questa giornata è servita per togliere il velo a una vicenda gonfiata ad arte. Dunque cos?è successo realmente? A una settimana dall?inizio del tirocinio, Fatima e altre cinque allieve dell?ente di formazione Forum sono destinate all?asilo di Samone. Fatima, in virtù della sua fede islamica, richiede uno spazio per pregare e il permesso di tenere il velo. La prima richiesta viene accolta, sulla seconda le insegnanti del Miele & Cri Cri sono più titubanti: “Bisognerebbe parlarne, qui tutte vestiamo la stessa divisa che non prevede il hijab (il velo islamico, ndr), dicono alla responsabile del corso di formazione che riferisce il colloquio a Fatima. La quale, dopo essersi consultata con il console del Marocco di Torino, dichiara di essere disposta a rinunciare al velo visto che avrebbe lavorato a contatto solo con donne e bambini. Tutto risolto? Niente affatto. Qualcuno all?interno della comunità marocchina fiuta la possibilità di farsi pubblicità (entro fine anno si terranno le elezioni di un rappresentante straniero in consiglio comunale), convoca un giornalista della Sentinella del Canavese (il giornale locale del gruppo Espresso-La Repubblica) e fa scoppiare la bomba mediatica.


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